mercoledì 6 gennaio 2010

A Caserta il coordinamento cittadino non parte

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(pubblicato su www.ilcasertano.it)
Pd, niente coordinamento
Tra Red, Bindi e Letta nessuna intesa
Tra Red, Bindi e Letta nessuna intesa


Il Pd di Caserta non ha voluto perdere nemmeno in occasione dell’Epifania la sua marcata vocazione alle lacerazioni interne, non riuscendo nell’intento di chiudere il cerchio intorno alla costituzione del coordinamento provvisorio cittadino e optando per un rinvio. Ancora una volta i problemi maggiori sono emersi all’interno dell’area Bersani e, in particolare, in quella parte in cui sono confluite anche le anime che fanno capo a Bindi e Letta. Sugli undici elementi dell’organismo da indicare nel totale, infatti, mancano al’appello solo i due in quota a quest’area. Troppo poche due “caselle” per gli interessi intorno alla partita. Al punto che ieri sera l’ex deputato Lorenzo Diana, tra i rappresentanti della sottocorrente al tavolo, pur tra i mugugni ed i “no” degli altri bersaniani e dei franceschiniani, ha chiesto ed ottenuto un rinvio fino a domani sera per raggiungere la quadra all’interno del suo gruppo.
Il coordinamento provvisorio cittadino del Pd viene definito in ordine all’esito delle primarie del 25 ottobre a Caserta per quello che riguarda le preferenze raccolte per l’assemblea nazionale. In base alle percentuali sei esponenti spettano all’area Bersani (quattro al gruppo che si riconosceva nella lista animata dal deputato Stefano Graziano, dai sindaci, Nicola Ucciero, Achille Natalizio, Carlo Marino, etc, e due al gruppo che fa capo ai cosiddetti riformisti: Lorenzo Diana, Dario Abbate, Enzo Iodice, Ubaldo Greco, Nicola Caputo, Peppe Stellato, etc), quattro all’area Franceschini e uno a quella Marino. I franceschiniani non hanno avuto problemi ad indicare i loro nomi, che sono quelli dell’assessore comunale alle Politiche sociali Gianfranco Fierro, del presidente del consiglio comunale Arturo Di Palo, di Michele Senatore e di Pietro Canzano; per i mariniani è stato avanzato il nome dell’ex presidente di Italia Nostra, Annamaria Loiacono; l’area Bersani che vantava la possibilità di esprimere quattro nomi ha fatto quelli di Alessia Fratta, architetto, di Carlo Marino, Franco De Michele e Peppe Venditto; quella dove invece ci sono ancora problemi si è attorcigliata su sé stessa senza trovare una soluzione.
Una forte aspirazione ad entrare nel coordinamento è quella espressa dall’ex segretario provinciale dei Ds, Ubaldo Greco. La partita per l’assessore della giunta Petteruti è di vitale importanza, essendo rimasto fuori anche dalla segreteria regionale (i soli due casertani che ne fanno parte sono Ludovico Feole, per l’altra area Bersani, ed Enzo Iodice, segretario provinciale uscente). Greco ambisce ad essere il primo segretario cittadino del Pd ma per coltivare la sua aspirazione deve stare nell’organismo. Ma ci sono, come detto, solo due caselle da riempire. Stellato (area Letta) preme per l’ingresso del consigliere comunale del capoluogo Paolo Marzo. Il suo collega consigliere regionale Caputo (area Bindi) per quello di un altro assessore a Caserta, Arturo Gigliofiorito. Senza tener conto, poi, di mille altre aspirazioni.
Adesso si fa largo l’ipotesi di un ennesimo papocchio, come sul modello dell’elefantiaca vecchia direzione provinciale: per non scontentare nessuno si cerca di allargare il coordinamento. Undici posti sono pochi? Se ne facciano 22, è la richiesta già pervenuta. Se si tiene conto che dell’organismo fanno già parte di diritto il sindaco del capoluogo, il capogruppo in consiglio, i nove eletti a Caserta nelle assemblee regionale e nazionale, si potrebbe arrivare a 32-33 elementi. Per fare cosa? Solo per arrivare fin dopo le elezioni e preparare il congresso. Per non parlare poi del fatto che alla vigilia della presentanzione delle candidature alle primarie per la scelta del candidato alla Provincia l’argomento è stato del tutto derubricato dall’agenda delle priorità. Tutto questo all’ombra del Partito democratico. E lo chiamano ancora “partito”. (06.01.10)
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